Riflessioni sulla Dad delle famiglie e degli studenti
- Siete riusciti a non interrompere mai la “connessione” con i ragazzi. Grazie a lei e ai suoi colleghi.
Catia, mamma di Francesco classe IV
- Siamo giunti finalmente al termine di questo anno scolastico. Mai mi sarei aspettata di vivere questi mesi in una situazione a dir poco surreale, mai avrei creduto fosse così importante sedermi tra quei banchi di scuola. È da mesi che non vedo i miei compagni, i miei professori. Eh si, perché è proprio vero che capisci il valore di una cosa solo quando la perdi. La didattica a distanza è stata una dura prova a cui tutti sono stati sottoposti, insegnanti ed alunni assieme: non è stato per nulla facile comunicare attraverso uno schermo, senza poter guardare realmente negli occhi il proprio docente o i propri compagni. No, non è stato affatto facile. Molti pensano sia stata un’agevolazione, “sono saltati mesi di lezioni”, dicono, ma molti non sanno invece, che questi mesi sono stati i più duri che abbia mai passato, molti non sanno la tensione patita, e ancora, molti non sanno della fatica messa nello studio di ogni singola materia, per cercare di rimediare a un qualcosa che, di fatto, non è stata nemmeno colpa mia. Si, perché la pandemia è subentrata nelle nostre vite così, senza preavviso, e senza nemmeno il tempo di farci rendere conto di tutto ciò che stava accadendo. Credo che i professori abbiano fatto del loro meglio per cercare di andare avanti, con il sorriso e con la voglia di terminare un percorso scolastico oramai iniziato, nonostante si trovassero in un contesto nemmeno delineato così bene. Forse , infatti, l’unico riscontro positivo di questa didattica a distanza è che finalmente l’Italia può camminare a testa alta, non grazie ai ministri o ai grandi uomini della politica, ma grazie all’impegno e alla costanza di tutti i docenti e degli studenti del nostro Paese. In me vive ancora forte la speranza che tutto ciò finisca il prima possibile, come fosse stato tutto un grande incubo da cui ci si può benissimo risollevare, che questo inverno sia il solito inverno pieno di verifiche e compiti prenatalizi , che il mio ultimo anno , in vista della tanto attesa maturità, possa concludersi nel migliore dei modi, nella mia scuola, nella mia classe, con i miei docenti e i miei compagni.
Martina Mampieri, IVG
- In questo periodo piuttosto duro e particolare per i nostri ragazzi, i professori hanno continuato con dedizione e professionalità a rimanere in contatto, se pur " virtuale", con i nostri ragazzi cercando di trasmettere serenità e normalità in una situazione piuttosto anomala per loro. Grazie infinite a tutti i docenti della II G.
Genitori II G
L'inizio della Dad è stato per i miei figli un po' problematico, credo si aspettassero che fosse qualcosa di temporaneo e il loro impegno è calato. Appena si sono resi conto che non avrebbero potuto tornare a scuola per diverso tempo, però, si sono dati da fare, per imparare a “smanettare” agilmente sulle varie piattaforme, seguire lezioni ed inviare compiti e verifiche. Da un lato è stata per loro una bella scoperta, dall'altro a volte è stato faticoso stare davanti ad uno schermo. Noi genitori abbiamo apprezzato l'aiuto dei docenti, la loro disponibilità, il loro sforzo per mantenere il gruppo classe, a parte alcuni momenti di disorganizzazione (quando ad esempio qualche lezione si sovrapponeva ad un'altra). Il lavoro di 'squadra' è stato fondamentale perché non si perdessero in questo secondo quadrimestre "ad ostacoli". La Dad dovrebbe continuare ad essere ancora utilizzata e perfezionata, parallelamente al necessario rapporto in presenza con gli studenti.
Marisa Guarrera Scandurra, mamma di Giulio (IIg) e Valerio (Vg)
- La Didattica a distanza, per me, è stata una grande opportunità. Perché nel momento in cui è scattato il lockdown per via della tragico e planetario evento pandemico, si è di colpo placata la corsa contro il tempo a cui, da mamma, lavoratrice e studentessa , mi sottoponevo ogni giorno. E così ho colto l’occasione per approfondire i miei studi, e per colmare le mie lacune, anche grazie ai miei fantastici professori e ai miei compagni di classe e di avventura. Confinata a casa, ho potuto dedicare tutto il mio tempo alle cose che amo di più: la famiglia, lo studio e l’arte culinaria. Per me questo percorso scolastico, avviato l’anno scorso, è stato, e continua ad essere, una delle cose più belle e sorprendenti che mi siano mai capitate, dopo la nascita dei miei figli.
Sabrina Loi, IV classe serale
- Lettera dello studente Emanuele Danna, della Vc, letta alla Commissione d’Esame
Volevo arrivare a questo punto per prendermi qualche minuto per i ringraziamenti. Ringraziamenti che sono dovuti all’intero istituto, che ha contribuito a fare della scuola non la “prigione” di cui spesso si parla ma una vera e propria comunità. Una comunità a cui, in primo luogo, devo riconoscere una crescita personale oltre a tutto ciò che riguarda l’aspetto didattico. Infatti siamo entrati in questo istituto che eravamo poco più che bambini, senza barba e, con in spalla, le nostre apparenti sicurezze che, nascondevano un senso di disorientamento e di timore per tutto ciò che sarebbero stati i 5 anni delle Superiori. Probabilmente, ad oggi, posso dire che usciamo con la consapevolezza di essere poco meno che uomini con davanti un futuro ancora tutto da scrivere. In questa scuola sono sicuro di aver trovato persone speciali, persone con cui ho condiviso attimi della mia vita che tratterrò per sempre dentro di me come i più belli e spensierati di sempre, a prescindere dal ruolo che queste persone hanno avuto nell’istituto. Potrei cominciare con i “Buongiorno!” di Maria, che ricordano quelli di una mamma, e che hanno portato sempre un sole anche quando dentro di noi c’erano problemi e preoccupazioni, le chiacchierate al bar, gli addetti delle pulizie, i tecnici di laboratorio. Tutte persone speciali a modo loro, con ognuna delle quali condivido ricordi. Ieri sera ho ascoltato una canzone, in cuffia, di Tu Pac, un rapper americano. Spesso, la sera ho l’abitudine di sentire la musica perché mi aiuta a pensare e far riemergere ricordi. Il titolo della canzone recita “ The life goes on” , la vita continua, e ho pensato che potesse rappresentare al meglio il momento che sto vivendo. La vita continua in qualsiasi situazione, qualsiasi cosa ci accada: perdita di persone care, imprevisti, brutte notizie. Probabilmente infatti, usciti dal cancello della scuola, la vita di ognuno di noi continuerà, portando in spalla le proprie croci, le proprie preoccupazioni, le proprie insicurezze, le cicatrici, le proprie speranze e il proprio futuro. Usciti da questa stanza tutti torneremo, come ci insegna Pirandello, ad indossare le nostre “maschere”. Voi tornerete ad essere i professori di sempre, imparerete i nomi di altri studenti con i quali instaurerete nuovi rapporti; noi, da parte nostra, inizieremo a pensare al nostro futuro e ad intraprendere la strada per entrare nel cosiddetto “mondo dei grandi”. Oggi, però, per qualche istante voglio fermare le nostre vite. Tornando alla canzone, mi è venuto da pensare che la vita continua, sì, ma è possibile bloccare gli attimi felici come in una fotografia. Ricordi, sorrisi, gioie, soddisfazioni rimarranno sempre impressi dentro ognuno di noi. Questo sicuramente è soprattutto per merito di voi professori, e sottolineo, dei miei professori. Se dal canto vostro, infatti, avrete ogni anno tanti nuovi ragazzi da conoscere e altrettanti alunni di cui vi dimenticherete, forse, nome e cognome alla conclusione del loro ciclo, da parte mia posso assicurarvi che sarete le persone a cui parlerò a mio figlio tra 20 anni quando mi domanderà: “ Che razza di posto era la tua scuola, papà?”. E allora parlerò della prof Rezza come della nostra grande mamma, una persona con cui ho trascorso 5 anni della mia vita e a cui devo tanto, e a cui, oltre all’aspetto didattico, riconosco grande umanità; del professor Caprioli che ritengo, anche se difficilmente ho colto l’occasione per dimostrarglielo, oltre che un gran professore di chimica, anche un gran maestro di vita, nonostante la sua giovane età; della prof. Merola, l’unica docente in grado di rendere interessante e contemporanea la letteratura, a cui riconosco una gran voglia di fare, professoressa a 360 gradi, attenta a tutti gli aspetti didattici ed emotivi. Della prof. Gargano, dei prof. Senese e Funaro, e della prof. . Di Renzo che, nonostante il pugno duro e l’apparente rigidità, è stata una persona d’oro che ha sempre aiutato ognuno di noi portandoci sempre a dare il massimo delle nostre capacità. Tutti, dalla prima all’ultima persona, anche se non citata, è stata fondamentale nel mio percorso e mi ha portato ad essere la persona di oggi. Persona che, probabilmente, se non fosse stata seguita si si sarebbe persa nel corso degli anni, in ambienti o altre situazioni e avrebbe comunque intrapreso strade diverse. Volevo ringraziare tutti voi, perché ogni mattoncino, che mi ha portato ad essere una persona più matura rispetto a prima, è anche un vostro mattoncino, e lo sarà per sempre. Un abbraccio forte e simbolico per i tempi che corrono. Con affetto e grande riconoscenza
Emanuele Danna, classe V C